Araba Fenice

17.12.02

In una sequenza de I Ching viene espressa la naturale evoluzione del conflitto.
Questo viene descritto come Contrapposizione (Kkui il lago su cui poggia la fiamma) fra mentalità, modi opposti di pensare impossibili da integrare.
Da qui tuttavia parte l'avanzata del tenero, del debole che, facendosi strada grazie alla condiscendenza del forte cerca di emergere, di liberarsi. Berne potrebbe descrivere questo processo come l'espressione della parte bambino costretta e soggiogata nell'inconscio.
All'inizio di questa risalita, quando il contrasto si fa sentire i soli risultati che si possono ottenere sono minimi. L'Io comprende quest'istanza emergente, senza per questo perdere la propria integrità, il proprio carattere distintivo, la sua sicurezza. La contrapposizione non va sanata e gli incontri fra l'adulto e il bambino sono casuali, improntati da disponibilità senza integrazione.
Le cose non possono procedere nell'indifferenza e i conflitti di mentalità e di interessi generano situazioni di blocco, ovverosia di Impedimento, difficoltà: in Kienn il fuoco diventa monte e il lago alla base diventa acqua. La situazione va cioé alla radice delle mentalità, ai valori, agli interessi primari e lì si irrigidisce. A questo punto è meglio che le parti si ritirino verso la propria persona per "coltivare il carattere", ma non con spirito di rinuncia. È una ritirata funzionale, si tratta di ricorrere alle energie che provengono dagli amici che si sentono richiamati dalla persona che è in grado di soffermarsi nell'intimità, di "stare" e non necessariamente di "fare". L'unico "fare" che rende importante questa fase ("Grande invero è il tempo della contrapposizione" ma anche "L'effetto di un tempo di impedimento è invero grande") è trovare una persona che sia di esempio o di aiuto, in grado di rinforzare e di riconoscere la perseveranza e il lavoro su di sé. Nei periodi di impedimento, di blocco, la disciplina del sé (la cura del prato o il tiro con l'arco zen, ma anche la meditazione, l'analisi...) è particolarmente efficace. Questi sono i momenti per coltivare parte dell'opera al nero alchemica, la separazione dagli attaccamenti e dagli egoismi idealistici per scoprire che si tratta spesso di forme di nevrosi perché si sono progressivamente allontanate dalla modestia della realtà per vivere una vita propria. Ma la vita propria degli ideali e delle passioni è la schiavitù di chi li nutre di sé.
Questo processo di ritiro e di disciplinata disponibilità fa sì che la componente bambino, l'istanza debole soffocata nell'integerrimità dell'Io possa liberarsi ed emergere alla superfice per esprimere le proprie ragioni. Questa Liberazione (Hie), questa distensione fra le parti. Il contrasto fra l'acqua abissale e il monte ha fatto sì che dal monte si generasse il tuono che muove le acque rese torbide dall'immobilità, le chiarisce e le anima. L'esplosione è come la rabbia, come lo schianto emozionale che spezza il ghiaccio dell'anima e libera le sofferenze e i desideri costretti all'interno.
Niente come il pianto liberatorio dell'Io che cede il posto alla parte debole, un grande sfogo di emozioni, ma anche un ritorno delle parti di sé alle radici, alla casa di origine per comprendersi e riappacificarsi. Niente in questi casi funziona meglio del perdono, della comprensione e della sospensione delle pene e delle accuse.
Certo non esiste nessuna riappacificazione senza qualche rinuncia da parte di almeno uno dei due. Per ricomporsi occorre una Minorazione (Sunn) di qualcuno, un sacrificio di parte dei desideri e degli ideali per arrivare a una nuova unità che è anche una forza maggiore. Prima c'è la sofferenza di recidere parte di sé, ma se questo lavoro viene fatto bene e con onestà tutto sarà più semplice, le parti combaceranno come i poli opposti dei magneti si attraggono per unirisi. "Minorare il solido, l'inferiore", l'Io che sta alla base, l'adulto, per "accrescere il tenero, il superiore", il bambino, il debole che vuole emergere in superificie: questa operazione di vivisezione e di ricomposizione I Ching la definisce "cultura del carattere".
I frutti di quest'operazione si raccolgono nel volgere di una stagione o due e porta la gioia racchiusa nell'energia del debole che si esprime e nel recupero di sicurezza dell'adulto. Il moimento qui segue le leggi della natura e non va forzato. Tutta l'energia va investita nell'equilibrio e nel mantenimento del centro di sé per vivere al massimo il periodo dell'Accrescimento (I), stagione in cui sbocciano i fiori e il senso dell'intimità del tramonto è più ricercato.
Lasciarsi andare ad intraprendere le cose della vita che si impongono a noi senza grandi resistenze mentali, il tutto in dolcezza e armonia, lasciandosi guidare dalle sensazioni, dalla bontà e dalla bellezza per seguire e dal male e dal brutto per cambiare strada. Si è lavorato troppo prima e ora si raccolgono i frutti di una rinnovata armonia. L'ultimo momento in cui l'adulto e il bambino vivono insieme prima di separarsi.
Questo avviene quando la serenità del lago sale al punto di ambire al cielo anche se è impossibile. L'armonia genera uno Straripamento (Kuai): il debole deve separasi dal forte, il bambino deve crescere staccandosi dall'adulto, le istanze costrette e poi espresse devono abbandonare il loro carceriere poi divenuto ospite e mentore. Se così non fosse sarebbe pericoloso, si entrerebbe in una situazione di degenerazione. Questo va spiegato alla parte debole da un Io per niente aggressivo, per quanto determinato: "la verità dev'essere proclamata". Bisogna che il forte faccia comprendere il pericolo al debole e o aiuti ad elaborare il lutto. Il tutto va espresso con una decisione generosa del forte che rinuncia alla sua gloria e al narcisismo. Una tale decisione non basta che venga detta con le parole: deve prendere corpo in un'iniziativa, un'azione, un'impresa, perché solo così non ci sarà l'eterna tentazione a restare, a tergiversare, temporeggiare, favoleggiare un ritorno a uno stato ideale irreale.
La luminosità del forte generoso e disinteressato a sé, se da un lato consente la separazione della parte bambino, rende l'adulto vulnerabile all'incistamento di altre parti deboli provenienti dall'esterno, inquinamenti del mondo, tentazioni, ma anche ospiti seduttivi che rischiano di rovinare il lavoro fatto su di sé per indebolirsi molto di più di quando si era iniziato.
Kou, Il farsi incontro è però un'altra storia. Quello che occorre sapere alla fine di questo processo maieutico di crescita (o di analisi, se preferite) è che alla fine è bene che l'Io ricostruisca la sua Mappa del Mondo, indicando le direzioni in cui intende muoversi e quelle che ritiene sbagliate, ridefinisce un suo metro di valori e delle sue leggi, delle regole da mantenere e da fare mantenere.
Tutto questo però fa parte di un'altra storia che prima o poi leggeremo e racconteremo a noi stessi nei filò invernali dell'anima.